Le radici
- Luisa Pesarin

- 15 giu
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 5 lug
Un’infanzia fatta di amore, silenzi e insegnamenti profondi.
Sono cresciuta con due genitori che hanno saputo essere attenti, presenti, profondi...

Sono cresciuta con due genitori che hanno saputo essere attenti, presenti, profondi. Due anime che hanno cercato, con ogni gesto, di trasmettere a me e a mio fratello il senso della vita, le regole — scritte e non scritte — che ci aiutano a diventare persone migliori. Non perfette, ma umane. Giuste, anche quando il mondo sembra stanco di esserlo.
Ci hanno insegnato il valore delle parole, ma anche il potere del silenzio. Ci hanno parlato di rispetto, di sacrificio, di giustizia, di libertà. Ci hanno insegnato a non girarci dall’altra parte, a camminare nel mondo da cittadini, non da spettatori.
E so che i genitori fanno tutto il possibile, tutto quello che hanno, anche quando non sanno se è abbastanza. A volte sbagliano — certo. Senza volerlo, senza accorgersene, con una frase detta nel momento sbagliato, con un gesto che ferisce pur volendo proteggere.
Ma non c’è errore che cancelli l’amore. Non c’è ombra che spezzi ciò che abbiamo ricevuto.
Io e mio fratello non abbiamo avuto genitori perfetti, ma genitori veri. E per questo sono grata. Perché anche negli sbagli, c’era dentro il desiderio di fare il bene. E questo, da adulta, lo riconosco con il cuore pieno.
Forse ci sono cose che da piccola non capivo, ma ora sì. E oggi, da madre, so che la perfezione non è la meta. La presenza, l’intenzione, l’amore sincero: quella è la vera eredità.







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