Capitolo 2 - All’università
- redazionemillebatt
- 7 giorni fa
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Sembrava un giorno come tanti.
Le lezioni si susseguivano lente, i corridoi erano pieni di voci, libri, caffè bevuti in fretta e sguardi distratti. Ma per Nora non era una giornata qualunque.
Era il giorno in cui lei e Roberto avevano cominciato davvero qualcosa. Qualcosa che assomigliava a una storia d’amore. Me ne parlava con occhi luminosi, pieni di entusiasmo. Non ancora come si confida a un’amica vera, ma con quella leggerezza spontanea, di chi ha bisogno di raccontare, anche solo per sentirsi vivi.
Forse non si fidava ancora di me del tutto. Non c’era ancora quell’intimità profonda tra noi, quella fiducia cieca che ti fa dire tutto, anche il non detto. Ma bastava guardarla. Si vedeva che lo amava. Lo amava sul serio.
Ci credeva in quella storia nata tra i banchi, nelle pause, nei sorrisi del primo anno. Ci credeva con tutta l’anima. Io, in quel periodo, ero ancora spettatrice. Osservavo. Ascoltavo. Cercavo di capire dove finiva la sua felicità e dove cominciava la mia distanza.
Al bar dell’università, in un pomeriggio, io e Nora ci confidavamo durante le nostre pause caffè. Il locale era mezzo vuoto, attraversato dal solito brusio di sottofondo e dal profumo di caffè amaro nell’aria. Sedute al nostro tavolino, vicino alla finestra, stringevamo tra le mani le tazze ancora calde.
Lei guardava fuori, poi abbassò lo sguardo sul caffè e, dopo qualche secondo, disse piano:
— Lira, per la prima volta nella mia vita posso dire che mi sono innamorata.
Mi girai verso di lei. I suoi occhi brillavano, davvero. Quella luce che hanno solo le persone felici. O forse solo quelle che sperano tanto in qualcosa, in un amore vero, in un sogno.
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