"Il biglietto sul comodino"
- redazionemillebatt
- 5 lug
- Tempo di lettura: 2 min
La vostra storia
Ci siamo conosciuti due anni fa. Dopo un anno di relazione, abbiamo deciso di convivere. Era la mia casa, la stessa in cui vivevo con mia figlia di dodici anni dopo il divorzio dal mio ex marito, avvenuto quattro anni prima. Avevo bisogno di calore, di qualcuno che portasse un po’ di vita in quelle stanze. E lui sembrava la persona giusta.

Era gentile con mia figlia, premuroso con me. Mi diceva che mi amava, che non poteva stare senza di noi. Viveva ancora con la madre e la sorella minore, a una mezz’ora da casa mia. Fu lui a insistere per venire a vivere con noi. "Così possiamo vivere pienamente il nostro amore," diceva. "E prenderci cura insieme di tua figlia."
In quell'anno abbiamo costruito una routine serena. Non abbiamo mai litigato. Lui lavorava a intermittenza, ma non mi importava: io avevo il mio lavoro, e dove si mangia in due si può mangiare anche in tre. Eravamo una piccola famiglia.
Un mese fa, mi parlò di un viaggio in Germania con un amico. Dovevano comprare un’auto, volevano avviare una sorta di attività insieme. "Al massimo una settimana," mi disse.
Quella mattina si era svegliato presto. Aveva preparato due grandi valigie, ma non aveva portato via tutto. Non avevo nessun motivo per dubitare, non sospettavo nulla. Mai avrei pensato che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo vedevo.
Alle sette, come ogni mattina, mi sono svegliata. Lui non c’era. Sul comodino, accanto alla lampada, c’era un biglietto.
"Sto partendo per un viaggio lungo. Non aspettarmi. Ti ringrazio per tutto quello che mi hai dato in questo anno, ma io devo andare. Mi aspetta una nuova vita. Addio."
Ho letto e riletto quelle parole senza riuscire a crederci. Forse stavo ancora sognando. No, purtroppo no. Era la realtà, la mia nuova realtà. Lui era partito. Non per una settimana, non per la Germania, ma per sempre. Senza spiegazioni, senza uno sguardo, senza nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia.
Mi ha lasciata con un biglietto e mille domande. Un uomo che mi diceva di amarmi, che aveva condiviso un anno intero della mia vita, se n’era andato senza nemmeno voltarsi indietro. Mi sono sentita usata, ingannata, cieca. Perché io ci avevo creduto. Nell’amore. Nella convivenza. In una nuova possibilità di essere felice.
La vita è davvero strana. Proprio quando pensi di aver rimesso in ordine il cuore, arriva qualcosa a scombinare tutto. A farti ricominciare da capo. Ancora una volta.
LA VOSTRA STORIA







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