Un inverno fa...
- redazionemillebatt
- 6 giorni fa
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Sono Lucia, ho trent’anni e vivo in un piccolo paese della Toscana.
Questa è la storia che mi porto addosso da più di un anno. Una storia che ancora brucia.
La mia storia d'amore (se si può chiamare cosi) è iniziata quasi per caso, su un’app. Un messaggio, poi un altro, poi i nostri contatti… e lentamente sei entrato nella mia vita. Io venivo da un lungo silenzio, da un cuore che aveva conosciuto troppa sofferenza. Avevo costruito muri così alti che nemmeno io riuscivo più a guardarci oltre.
E proprio allora sei arrivato tu.
Il primo incontro è stato al parco: tu, la tua cagnolina, la tua dolcezza naturale. Ti guardavo mentre ti prendevi cura di lei e, senza accorgermene, mi sono sentita al sicuro. Abbiamo iniziato a parlarci, a vederci spesso, ma il muro che avevo dentro non ti lasciava entrare. Ti vedevo come un amico… non perché non mi piacessi, ma perché avevo paura.
E sì, mi piacevi. In tutto. La tua presenza, la tua attenzione, il tuo modo di esserci sempre.
A dicembre sei partito per le feste. Volevi che passassi il Natale con te e la tua mamma, ma non ce l’ho fatta. Non ero pronta a quel passo.
A gennaio, però, lo ero pronta. Finalmente. Abbiamo organizzato la nostra prima cena, la nostra prima notte insieme, ero felicissima.
Tu avevi preparato tutto: cena, candele, l’atmosfera perfetta. Una notte magica che anche ora lo ricordo con nostalgia. Eravamo due anime che finalmente si incontrano senza protezioni.
Poi… un mese dopo, una discussione. Una sciocchezza, senza senso, senza importanza ma che ha distrutto tutto.
Cinque minuti di incomprensione in cui mi hai urlato addosso tutta la tua rabbia. E dopo quei cinque minuti hai cancellato tutto. Hai cancellato me. Era febbraio, un mese corto come la nostra storia che io lo scrivo oggi dopo tanti mesi.
A maggio ti ho scritto. Avevo bisogno di te. E tu mi hai risposto freddo... Mi hai scritto che sei già in una relazione.
Oggi è dicembre. E mi manchi. L’ho ammesso. Ti ’ho scritto di nuovo, ti ho mandato la nostra canzone con la speranza che le lucci della citta ti riscaldano l'anima. E tu mi hai risposto che sei fidanzato che sei innamorato, e che non vuoi nulla da me, dopo di questo mi hai bloccato.
Forse non avrei dovuto abbassare il muro. Forse la mia intuizione cercava di avvertirmi.
Forse per te ero una sfida, qualcosa da conquistare perché ti ho rifiutai da mesi, perché per me eri un “no”.
Quando ti ho detto “sì”, quando ho aperto il cuore e il corpo, sei andato, per sempre.
Non ho mai visto l’amore nei tuoi occhi. E oggi l’hai confermato. Sono stata un numero, una sfida, forse addirittura una scommessa. Hai giocato con me. E io, ancora una volta, non ho saputo proteggere i miei sentimenti.
Oggi il mio muro è più alto che mai, più alto di quello che avevo un anno fa. Adesso devo imparare a vivere con la testa, non con il cuore e l’anima. Gli uomini fanno giochi, e forse è ora che impariamo a giocare anche noi.
REDAZIONE MILLE BATTITI
LA VOSTRA STORIA







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