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Non era amore: era controllo. Un altro femminicidio, un altro grido inascoltato

  • Immagine del redattore: Luisa Pesarin
    Luisa Pesarin
  • 9 giu
  • Tempo di lettura: 1 min
E così, l’ennesimo uomo ha deciso che se non poteva averla, nessun altro avrebbe potuto.
E così, l’ennesimo uomo ha deciso che se non poteva averla, nessun altro avrebbe potuto.

Lei aveva trent’anni. Aveva lasciato una relazione tossica. Aveva fatto il passo più difficile: dire basta. Ma per chi è abituato a possedere, non è un “no” a fermare la furia. E così, l’ennesimo uomo ha deciso che se non poteva averla, nessun altro avrebbe potuto.L’ha uccisa. E i giornali parlano ancora di “gelosia”, di “raptus”, di “amore malato”.Non era amore. Era possesso.E chiamare le cose con il loro nome è il primo passo per fermarle.Quante volte dobbiamo ancora leggere "era tutto prevedibile"? Quante denunce devono ancora restare inascoltate?Ogni femminicidio è la punta visibile di un iceberg fatto di silenzi, minimizzazioni, “è solo stress”, “è solo amore”.Noi donne siamo stanche. Ma non smetteremo mai di parlare. Di scrivere. Di denunciare.Perché ogni parola può salvare. Ogni voce può fare la differenza.🌹 Oggi voglio ricordarla, anche se non la conoscevo. Perché lei potrei essere io, potresti essere tu, potremmo essere tutte.🖋 Mercedes Bardhi

Immagine consigliata: Un paio di scarpe rosse su una strada vuota o una rosa appassita su una pagina di diario.



 
 
 

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