La storia di Adele — Come il dolore può diventare la tua gloria
- redazionemillebatt
- 25 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Di Mercedes Bardhi

«Mio padre mi ha abbandonata, mi hanno umiliata per il mio corpo… eppure ho riempito stadi cantando ciò che mi ha spezzata.»
A volte, per trovare la propria voce, bisogna prima attraversare il silenzio più doloroso. Questa è la storia di Adele, una donna, una madre, una regina della musica, ma prima ancora una ragazza che ha trasformato le sue ferite in canzoni e il suo dolore in forza. Una storia che parla a chi ha perso tutto… e ha deciso di non perdere sé stesso.
Tottenham, Londra. Un quartiere povero, una giovane mamma che lavora giorno e notte per dare un piatto caldo alla figlia ADELE, e un padre che sparisce nel nulla. È così che inizia la storia di Adele. Non tra i riflettori, ma tra pianti nascosti e sogni stretti nei pugni-
Ogni volta che vedeva una bambina con suo padre, Adele sentiva un vuoto che faceva più male della fame. E quando il mondo le diceva che non era "giusta", che non era "bella abbastanza", "magra abbastanza", che non avrebbe mai venduto un disco, lei ascoltava… e poi scriveva.
A 9 anni scopre la sua voce. A 14 scrive canzoni per dire ciò che le lacrime non riuscivano. A 18 pubblica un album che scardina l’industria discografica. Con la voce spezzata ma l’anima incandescente.
«Hai una bella voce, ma non sembri una star.» Questa frase, detta da un produttore, l’ha fatta a pezzi. Adele piangeva in bagno… ma poi scriveva. Con rabbia, con cuore, con verità. Il primo album era un grido d’amore. Il secondo un urlo di sopravvivenza. Entrambi hanno fatto il botto, dimostrando che il mondo ha fame di verità, non di perfezione.
Poi è arrivata la paura più grande: perdere la voce. Un’operazione alle corde vocali, il silenzio forzato, l’incubo di non poter più cantare. E quando è finito il buio della malattia, ne è arrivato un altro: la fine di un grande amore, la separazione, gli attacchi d’ansia, il dolore che toglie il respiro.
Eppure non ha mollato. Ha trovato rifugio in suo figlio. Nella terapia. Nella musica. E in ogni nota ha ricostruito sé stessa. Non si è rialzata in fretta… si è ricostruita, pezzo dopo pezzo.
«Non è debole chi si sente a pezzi. Conta solo cosa fai con quei pezzi…» — Adele
Oggi Adele è una delle voci più potenti del pianeta. Non solo per il timbro unico, ma per il coraggio di essere se stessa. Con i chili in più, con il cuore ferito, con le cicatrici. Ha brillato.
Questo la rende un faro per milioni di donne e ragazze che ogni giorno si sentono "sbagliate".
Il messaggio che vogliamo trasmettere oggi al nostro lettore di Mille Battiti:
Non ascoltare chi ti dice che non vali. Non farti spegnere da chi ti vuole diversa.
Ogni tua ferita può diventare un verso, una forza, una scintilla. Sii fuoco. Sii vera. Sii come Adele.
Credi in te stessa. Sempre. Anche quando tremi. Anche quando sei sola. Perché sei già abbastanza. E puoi diventare tutto ciò che sogni.
Scritto da Mercedes Bardhi







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